Home Articles Posted by Erika Michielon
Decidere di separarsi con i bambini piccoli non è mai una scelta semplice, a dir la verità, non lo è neanche decidere di separarsi, ma quando nelle coppie sono presenti bambini piccoli o addirittura neonati la situazione si complica.
Ieri sera sul nostro profilo Instagram abbiamo affrontato un argomento che sta molto a cuore e per cui riceviamo sempre molte domande, separarsi con i bambini piccoli.
Durante la diretta Instagram, con l’aiuto dell’avvocato Claudia Rossi, specializzata in Diritto di Famiglia abbiamo cercato a rispondere a domande sia legali che psicologiche.
Qui di seguito trovare le domande e le risposte su cui abbiamo riflettuto
E’ dal 1884 che l’uomo si chiede in modo consapevole: ““What is an emotion?”Cosa sono e a cosa servono le emozioni?
E’ a questa domanda che cercherò di rispondere in questo articolo, per tutti gli adulti che stanno cercando di imparare a gestire le proprie emozioni e anche per tutti quei genitori alle prese con i propri figli, per uscire indenni dai tanto temuti capricci e per aiutarli a diventare emotivamente intelligenti.
Crisi di coppia e aumento delle separazioni, in questi ultimi anni stiamo assistendo ad una crisi della coppia e separazioni in aumento, ma perchè? Proviamo insieme a fare qualche ipotesi
La terapia familiare è un modello di psicoterapia che si basa sul principio che ogni persona appartiene e vive dentro ad un sistema. Il metodo di intervento analizza in particolare il primo sistema a cui apparteniamo: la famiglia. In questo articolo troverai una definizione della terapia familiare, come funziona, per chi è più adatta e come aiuta adolescenti e bambini
E’ importante per ogni adulto sano e equilibrato conoscere e affrontare le paure che possono mettere in scacco la sua vita. Vediamo in questo articolo di fare chiarezza
Estate, tempo di prove costume e di confronto con la propria forma fisica. Si prova a fare dieta ma senza successo e viene da chiedersi “ma perchè non dimagrisco?” Proviamo insieme a fare qualche ipotesi
Il metodo per rimettersi in forma è la dieta, intesa non solo come regime restrittivo, ma come adozione di abitudini alimentari sane associata alla pratica di un’attività sportiva.
Eppure, se tutti conosciamo (almeno in linea teorica) i benefici derivanti dal seguire un’alimentazione corretta o dallo svolgere quotidianamente una pratica sportiva perchè cosi tante persone faticano a dimagrire.
E’ un dato di fatto, infatti, che a questa consapevolezza non consegue un effettivo cambiamento nei comportamenti alimentari e un conseguente dimagrimento.
Negli anni le ricerche ci hanno spiegato che in molti casi la “motivazione” a dimagrire non è sufficiente.
Associare questa difficoltà alla pura mancanza di determinazione è estremamente riduttivo e semplicistico. D’altra parte noi siamo creature complesse e anche in questo campo questa complessità emerge.
Perché ciò sia possibile, è necessario allora capire da dove arrivi lo stimolo a mangiare in modo sbagliato e a condurre una vita sedentaria e in alcuni casi comprendere come mai non ci prendiamo cura di noi stessi.
Ti è mai capitato di mangiare un intero pacchetto di biscotti o di patatine perché eri in un momento di nervoso, rabbia o tristezza?
Oppure ti è mai capitato dopo una giornata pesante di sentire la voglia di qualcosa di dolce e poi faticare a fermarti. Questi sono esempi di fame emotiva o nervosa, il cibo può aiutare a sopportare e dimenticare la rabbia o la tristezza. Il desiderio di consumare cibo che si prova in risposta a uno stato emotivo (tristezza, ansia, noia, solitudine, rabbia, persino felicità) è il primo dei trabocchetti a cui bisogna prestare attenzione.
Mentre si segue una dieta restrittiva, che studi hanno già ampiamente dimostrato essere una condizione che induce tristezza, può succedere che qualcuno ci faccia arrabbiare, ci sentiamo frustrati e sentiamo una strana fame, spesso di qualcosa di dolce , di consolatorio e rassicurante.
E cosi cediamo e mandiamo tutto a monte e poi trascorriamo le ore successive a fare i conti con i sensi di colpa. Insomma, ogni volta che subentra un’emozione perturbante (sia essa positiva o negativa), l’assunzione di cibo consente di mettere a tacere quel disagio. Ma solo momentaneamente. Infatti, al senso di apparente benessere, segue spesso il senso di colpa associato a non essere riusciti a controllarsi.
Il comportamento alimentare, è una delle prime abitudini che comprendiamo nella nostra famiglia d’origine e come tale, risente dei vissuti emotivi.
C’è quindi sempre una componente educativa da valutare, cosa ci hanno insegnato sul cibo, che correlazioni c’è tra l’amore che c’era in famiglia e il cibo, che correlazione c’è la rabbia e la tristezza e il cibo che clima si respirava in famiglia.
A volte poi bisogna guardare le nostre zone d’ombra per capire cosa si nasconde dietro al nostro rapporto con il cibo.
Comportamenti eccessivamente scorretti sono indice di un disagio psicologico a cui si deve prestare ascolto.
A volte per ottenere cambiamenti nelle proprie condotte alimentari, è necessario associare a una dieta e all’attività sportiva, il supporto di uno specialista.
Chiariamoci: lo psicologo non propone diete, ma accompagna a gestire le emozioni negative che sottostanno alla fame nervosa. Aiuta a capire perché si mangia “male”, quali sono i fattori che influenzano la fame e le cause che li determinano.
In questo modo la gestione e l’elaborazione dell’emozione non influirà più sul regime dietetico e sulla cura personale. Il cibo infatti dev’essere un vero e proprio “nutrimento”, cura e amore di sé e dell’altro, non semplicemente un riempitivo o peggio ancora un antidepressivo.
Se pensi di avere qualche difficoltà, chiamaci per un primo colloquio al 339-8313207, oppure invia una mail a info@mentesicura.it
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Bibliografia:
Una squadra, in qualsiasi ambiente la si ritrovi, sia sportivo che manageriale, costituisce spesso una grande risorsa.
Una squadra di lavoro, per definizione, deve avere dei ruoli per definiti e ogni singolo membro deve agire per favorire il buon funzionamento della squadra stessa.
Negli equipaggi dell’ambulanza sappiamo che la squadra costituisce una variabile importante nella qualità del servizio e nella salute mentale dei suoi membri.
A salire sull’ambulanza, al massimo delle proprie possibilità, ogni squadra è costituita da un autista, un caposervizio, un milite e un allievo.
Ognuno ha il suo compito da svolgere, sappiamo che l’autista deve portarci sul luogo dell’evento, il caposervizio deve tenere le fila di tutta la situazione e nel caso prendere delle decisioni, il milite è l’assistente del cs e l’allievo deve imparare il più possibile senza intralciare i lavori.
Ma la statistica dimostra che nelle situazioni di emergenza (perfino nell’emergenza dell’emergenza) tutto si complica, la definizione dei ruoli si assottiglia, la lucidità può venir meno e le emozioni fanno il loro corso e a volte prendono il sopravvento.
In tutti questi casi la squadra è una grandissima risorsa, la somma degli individui di una squadra crea sempre un insieme, un’entità a sè che osserva, guarda, pensa e reagisce in base alle circostanze.
I punti deboli di alcuni persone possono essere “coperti” dai compagni e gli individui possono completarsi a vicenda, appartenere ad una squadra significa conoscere a fondo i suoi membri e integrare le loro risorse con le nostre (per approfondire questo tema, qui trovi il link).
Anche a me personalmente è successo durante un servizio di avere un momento di panico e il mio milite e la mia allieva mi hanno aiutata, e riportata alla realtà, questo mi ha insegnato ad usufruire sempre della squadra come risorsa durante i servizi, ma anche nella vita privata e in quella lavorativa.
Nanna da solo: quando e come. A cura della Dott.ssa Erika Michielon
Il passaggio della nanna, quindi dal lettone dei genitori, alla cameretta, è un momento sempre delicato, segna la conquista di un’autonomia da parte del bambino e un momento di distacco dai genitori, in particolare della mamma (se è in corso l’allattamento al seno).
Nella nostra esperienza clinica, le domande sulla differenza tra innamoramento e amore sono moltissime e capiamo che c’è sempre molta confusione.
Uno degli aspetti su cui sentiamo di dover fare chiarezza riguardo alla differenza tra innamoramento e amore è la ricaduta sessuale.
Quando si conosce qualcuno, si inizia a frequentarlo, ci incuriosisce, ci attrae, ci ispira.
E cosi, con il passare dei giorni e delle settimane, la conoscenza si consolida, abbiamo sempre più voglia di trascorrere il tempo con l’altro, di dedicare attenzioni all’altro e cosi si decide di iniziare una relazione.
Questa è la fase dell’innamoramento.
E’ una condizione che tutti conosciamo, per una combinazione biologica, ormonale e psicologica, la nostra vita ruota intorno all’altra persona.
Non riusciamo a pensare ad altro, vorremmo trascorrere più tempo possibile con l’altro, ai nostri occhi appare perfetto. Viviamo dentro un sogno, e l’attività sessuale, a parte alcuni casi, qui raggiunge il suo picco massimo.
Non si ha attrazione verso altri, ogni fantasia riguarda il partner e l’eccitazione è spesso presente e semplice, ci si sente in paradiso, come sotto l’effetto di stupefacenti.
Con il trascorrere del tempo, l’inizio di una convivenza o l’arrivo dei figli, la situazione inizia a cambiare.
La quotidianità inizia a farsi spazio nella vita di tutti i giorni e i soliti problemi di sempre si insinuano nel nostro paradiso.
La fase dell’innamoramento piano piano svanisce, è fondamentale però chiarire che questo è un processo fisiologico e inevitabile.
Finalmente si vede l’altro per quello che veramente è, e non in base ai nostri ideali.
Emergono i difetti, le fragilità, l’altro è diverso da noi e bisogna conoscerlo a fondo.
Questa è una fase delicata per tutte le coppie, moltissime persone scambiano questo momento, assolutamente fisiologico, come un calo dei sentimenti.
Sono delusi, l’altra persone non è più perfetta, non è più la migliore del mondo, ma una persona normale, come noi.
Il calo del desiderio sessuale qui è inevitabile. Ma è solo attraverso questa fase che l’innamoramento si trasforma in amore, alcune coppie però sentono questo momento come un periodo di crisi e valutano la possibilità di iniziare una terapia di coppia.
L’amore è un sentimento fondamentale per costruire una sana e duratura relazione di coppia, si basa sull’impegno, la stima reciproca, l’intimità, il dare e avere, la cura verso l’altro, il rispetto per l’altro e per la sua individualità.
Il sesso da questo momento in poi non ha più la stessa frequenza e spontaneità della fase iniziale, e difficilmente si tornerà a quella fase. Ora il sesso completa la coppia, non la dirige e ogni coppia deve necessariamente trovare un equilibrio su questo aspetto.
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Bibliografia